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Gli 007 fanno tappa all’UniBg, obiettivo collaborare per una sicurezza partecipata

febbraio 2016

L’adrenalina è la sfida intellettuale. E l’immagine non è quella di una galera che corre lungo le coste ma di una nave fatta per il mare alto. Dove il “Nord” è la serietà scientifica che può fare la differenza negli scenari di decisione. Gli 007 incontrano l’Università di Bergamo, mettendo in cantiere una collaborazione che può portare lontano. Lo scorso settembre “Bergamo Economia” ha intervistato Paolo Scotto di Castelbianco, direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica, alla domanda: “Cosa ne penserebbe di venire nella nostra città per farvi conoscere meglio?“ non poteva esserci miglior risposta. Infatti, Paolo Scotto di Castelbianco il 28 gennaio scorso, ha avuto un lungo e importante confronto nella nostra città, con il professor Remo Morzenti Pellegrini, Magnifico Rettore dell’Università di Bergamo. Tanti i punti di contatto tra l’ateneo e il Comparto Intelligence, a iniziare dalla comune voglia di ricerca e dalla necessità di ripensare e confrontare saperi, dimensioni sfidanti e strategiche per decodificare la realtà liquida del nostro tempo, fatta di minacce asimmetriche e priorità Cyber. Filo rosso del confronto, il bisogno di contaminazioni. è emersa in particolare la possibilità di sviluppare percorsi congiunti su una formazione non vista come segmento di competenze specifiche ma come profondità di visione che - l’esempio è il Dipartimento di Scienze della Vita della Raykyavik University - cuce correlazioni tra i saperi, attraverso un approccio multidisciplinare che assicura l’apporto e la messa a fattor comune di discipline diverse nel piano formativo. La possibile collaborazione con l’Università di Bergamo ha più punti di ingresso e concrete opportunità di collaborazione. Punti di attivazioni, ad esempio, si potrebbero determinare per gli studi della facoltà di Lingue, letterature straniere e comunicazione, ma anche con il Dipartimento di scienze umane e sociali. Su tale versante, due punte di diamante dell’ateneo bergamasco sono i programmi di ricerca “Italian talented young researches”, rivolto a giovani ricercatori e alla dimensione internazionale, e il “Programma Excellence Iniziatives”, che ha come obiettivo la creazione di una rete di collaborazione con prestigiose università ed enti stranieri, attraverso accordi di ricerca e didattica che coinvolgono docenti, ricercatori e studenti. Un contributo importante a questo dialogo possono dare gli studi su criminalità e sicurezza del Prorettore alla Ricerca Scientifica, Paolo Buonanno. L’appuntamento a Unibg, improntato a grande cordialità, prepara una tappa di “Intelligence live”, il roadshow nelle università italiane con cui gli 007 italiani si fanno conoscere dai giovani, raccontando la loro missione di servizio al Paese.  Già in primavera, dunque, Bergamo potrebbe ospitare il roadshow, al quale dovrebbero partecipare l’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore generale del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), e il Presidente del CopasirGiacomo Stucchi. La Scuola dell’Intelligence, che forma Agenti 3.0’  con corsi all’avanguardia, è anche un network di sicurezza partecipata, una realtà che vuole camminare con le ecellenze e i centri di ricerca nazionali e internazionali per allungare il campo e offrire strumenti concreti di analisi al decisore politico. Il core business della nuova Intelligence (che peraltro incassa il 64% di gradimento, secondo l’ultima rilevazione del 28º Rapporto Italia dell’Eurispes), racconta vicinanza alle imprese contro attacchi cyber. E joint venture con il privato per una cultura della sicurezza partecipata. Il rinnovamento e l’aggiornamento del capitale umano dell’Intelligence, puntano in particolare ad affinare le capacità di proiezione strategica del Comparto per aumentarne l’efficacia nel contrasto delle “nuove” minacce, soprattutto quelle che gravano sul nostro tessuto economico-finanziario, sul cyber-space e sulle altre infrastrutture critiche. La Scuola  racconta una storia di formazione che prosegue. Dalla collaborazione con il mondo delle eccellenze accademiche si va alla costituzione di una vera e propria Accademia Intelligence, un luogo dove sviluppare priorità strategiche e una realtà strategica per progetti e proiezione degli investimenti.

Il network delle collaborazioni
Il roadshow Intelligence live è uno dei punti di contatto tra la Scuola di formazione del Dis e gli atenei italiani. Sin ad ora gli incontri hanno interessato 24 università e coinvolto oltre 4.000 partecipanti. Un lungo cammino, iniziato a ottobre 2013, che ha consentito di stringere con il mondo accademico rapporti sempre più stretti in diversi settori di interesse. Intelligence live è tuttora in corso e continuerà a esserlo nei prossimi mesi coinvolgendo sempre più studenti, studiosi e accademici che operano a vario titolo nel settore della sicurezza nazionale. Ma i rapporti tra la Scuola di formazione e il mondo della ricerca italiano (e non solo) non si fermano qui. In preparazione ci sono workshop di analisi congiunti, compartecipazione a call europee, realizzazione di ricerche e approfondimenti su temi di interesse, organizzazione e partecipazione a incontri e meeting internazionali. Tra gli argomenti di ricerca, analisi e riflessione in questo scambio tra Scuola di formazione e mondo accademico vi è sicuramente, ma non solo, quello della promozione della sicurezza cibernetica, in cui assume particolare rilievo l’accordo siglato con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI).

Giacomo Stucchi, Presidente del Copasir: “ritengo che l’iniziativa del DIS e del Rettore Remo Morzenti Pellegrini - spiega il senatore -, punta a far conoscere pienamente anche agli studenti universitari bergamaschi l’importanza e la qualità del lavoro svolto dalla nostra intelligence. Un momento importante che rappresenta un’opportunità unica per la nostra comunità”.
Per il professor Remo Morzenti PellegriniRettore dell’Università degli Studi di Bergamo: “la possibile collaborazione dell’Università con il Comparto Intelligence rappresenta un’importante occasione per confrontarsi e contaminarsi su tematiche prioritarie per la società civile, di cui l’Università è un importante attore. La tappa del “roadshow” che verrà a breve calendarizzata e che si svolgerà nella nostra Università, rappresenta la prima tappa di un percorso che vedrà direttamente coinvolti diversi nostri docenti già impegnati scientificamente nei temi della sicurezza e dell’intelligence e, mi auspico, tutti gli studenti interessati a questo tema così importante anche per la loro futura carriera professionale”.
Da parte sua, il professor Paolo Buonanno, Prorettore alla Ricerca Scientifica dell’Università degli Studi di Bergamo, spiega: “tutti gli elementi che servono ad avvicinare l’Università alle tematiche concrete sono fondamentali per far capire che l’Università stessa è un attore importante della società civile e che vive al suo interno. Nello specifico, stiamo parlando degli aspetti generali legati alla sicurezza, nelle sue più ampie accezioni: dall’intelligence  alla tematiche della sicurezza che più impattano sulla quotidianità dell’individuo. E’ dunque importante affrontare queste tematiche al di fuori degli schemi individuali: da un lato chi è favorevole tout-court a un incremento delle attività di contrasto (più Polizia, più carcere, limitazione libertà individuali), dall’altro chi invece sostiene approcci diversi. Questi due modi di analisi, non condotte su schemi oggettivi bensì su schemi mentali e teorici che a livello generale possono trovare 1000 argomentazioni, nel concreto trovano difficilmente una controparte nell’analisi quantitativa. Per questo motivo è importante un approccio il più possibile scientifico a queste tematiche, reso possibile solo da una collaborazione fattiva tra le istituzioni”.

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