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Economia

L'INTERVISTA

Sanità sempre più vicina ai cittadini

novembre 2021

Dal piccolo schermo alle colonne della nostra rivista. In esclusiva l’intervista a Roberto Speranza, Ministro della Salute e condottiero di uno dei periodi più bui per la nostra Nazione: dalle difficoltà riscontrate nel gestire un’emergenza di così grosso calibro, all’andamento della curva dei contagi calata grazie ad una campagna vaccinale ben strutturata, fino ad arrivare alle decisioni celate dietro al tanto discusso Green Pass e agli obiettivi che il Ministero ha in serbo nei prossimi anni per la Sanità pubblica.
Si è ritrovato Ministro della Salute in un periodo storico a dir poco tragico, quasi inverosimile a causa di una pandemia che ha sconvolto completamente la vita di qualsiasi cittadino, quali sono le difficoltà che ha riscontrato nel gestire l’emergenza sanitaria?
Il Servizio Sanitario Nazionale è la pietra più preziosa che abbiamo, su cui dobbiamo investire con decisione. Purtroppo, quando sono diventato Ministro a fine 2019, venivamo da una lunga stagione di tagli che, ad oggi, possiamo definire finalmente chiusa. Siamo di fronte a una sfida nuova, con risorse che fino a due anni fa erano inimmaginabili e con una nuova consapevolezza riguardo l’importanza della sanità pubblica.
Ogni Paese ha adottato metodologie proprie per la battaglia contro il virus, non sarebbe stato più efficace ragionare su delle linee guida comuni, almeno per quanto riguarda l’Unione Europea? Crede che, a parte la situazione iniziale purtroppo sconosciuta, la pandemia sia stata gestita bene in Italia?
Il multilateralismo e la cooperazione internazionale sono fondamentali in questa battaglia. La pandemia ha dimostrato che nessuno si salva da solo ed è stato fatto un grande lavoro in questo senso: l’accordo concluso al G20 sul riconoscimento del vaccino come bene comune di tutti i Paesi ne è la dimostrazione. L’Italia si è trovata ad essere il primo grande Paese occidentale a dover fronteggiare questa emergenza e molti Stati l’hanno seguita nelle strategie di contrasto alla diffusione del virus.
Anche per quanto riguarda la campagna vaccinale ogni Stato ha deciso per sé. Si ritiene soddisfatto di come sta procedendo quella italiana? Ad ora, è prevista una terza dose solamente per i pazienti più fragili e per il personale sanitario oppure anche per i restanti cittadini?
L’Italia è stata, insieme a Germania, Francia e Olanda, tra i paesi promotori dell’Alleanza per il vaccino. Un’iniziativa che fu presa come esempio dall’Europa che poi diede vita al sistema del Joint Procurment con cui oggi si acquistano i vaccini come intera UE. L’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di popolazione vaccinata e fra i più bassi in termini di contagi, questo ci fa capire che la strada che abbiamo percorso è quella giusta e che dobbiamo insistere in questa direzione.
Molti cittadini hanno espresso opinione negativa nei confronti del “Green Pass”, soprattutto per quanto riguarda la decisione di espanderlo anche sul luogo di lavoro. Cosa ci può dire a riguardo?
Il Green Pass è lo strumento che ci fornisce le migliori garanzie di sicurezza, per consentirci libertà di movimento e favorire la ripresa economica. Sapere che chi entra in un luogo è vaccinato, ha già avuto il Covid oppure è negativo ad un tampone, tutela la salute dei cittadini e permette alle attività economiche di ripartire e di riprendersi dalla crisi. Gli oltre 117 milioni di Green Pass scaricati dimostrano che la stragrande maggioranza degli italiani concorda sulla sua utilità.
Il vaccino è considerato uno spiraglio di luce per poter tornare alla vita di prima. Prevede un graduale ma totale ritorno alla normalità o, secondo Lei, il nostro nuovo modo di vivere (mascherine in luoghi chiusi o affollati, ingressi contingentati, distanziamento sociale…) diventerà la normalità?
Nel nostro Paese, già da tempo, è iniziato il graduale ritorno alla normalità: i ragazzi sono tornati a scuola e i luoghi della cultura hanno riaperto con una capienza del cento per cento. Sono però convinto che dovremo conservare ancora per un po’ le semplici misure di cautela che abbiamo imparato, perché il virus è ancora lontano dall’essere sconfitto, come ci dicono i dati sui contagi provenienti dal resto del mondo e dalla recrudescenza in atto anche in Italia.
Quest’emergenza ha messo alla luce tutte le problematiche riconducibili alla nostra Sanità pubblica, per molto tempo sorvolate. Quale obiettivo si è posto il Governo per il potenziamento del settore sanitario?
La parola chiave che guiderà questa nuova stagione di riforme e di potenziamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale è “prossimità”. L’obiettivo è portare la sanità sempre più vicina ai cittadini, puntando sui servizi territoriali e l’assistenza domiciliare, con servizi integrati di alta qualità. Al contempo stiamo investendo ingenti risorse per superare le liste d’attesa, per potenziare in modo stabile gli organici e per l’ammodernamento delle attrezzature e delle strutture ospedaliere. 
Ilaria De Luca


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