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Paolo Agnelli: «abbiamo costruito una nuova casa per gli imprenditori»

maggio 2016

“Quando, tre anni fa, con i miei colleghi ci siamo avventurati in questa impresa ci siamo trovati di fronte uno scenario molto complesso: il perdurare di una crisi terribile, un vuoto enorme lasciato dall’attuale sistema della rappresentanza, e un contesto politico caratterizzato da una continua alternanza di governi” Ha aperto così, Paolo Agnelli Presidente Nazionale di Confimi Industria e Presidente di Confimi Apindustria Bergamo, la terza assemblea annuale della Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata che si è tenuta a Roma lo scorso 5 maggio.
“Siamo partiti con una promessa: costruire una casa nuova per gli imprenditori - dice Agnelli - e l’abbiamo mantenuta, oggi la nostra casa è la casa delle 28.000 imprese che compongono Confimi industria”.
Ad ascoltare la relazione del Presidente Agnelli circa 400 imprenditori. Non solo, seduti in Assemblea accanto al mondo degli industriali italiani i rappresentati delle istituzioni e dei sindacati. E se il ministro Madia portando il saluto del Governo ha insistito sulla potenza della Riforma Costituzionale “la Riforma di tutte le riforme” come vettore di ripresa per le industrie Agnelli ha rilanciato: “Di fronte ad uno scenario economico che cambia con una velocità elevatissima, non possiamo esimerci dal valutare positivamente la funzione che possono avere le riforme costituzionali che saranno oggetto del referendum che si terrà ad ottobre 2016”. E ha spiegato il presidente “L’instabilità dei governi, la farraginosità dei processi decisionali, l’incertezza delle regole, la giungla della burocrazia, non consentono oggi alle imprese italiane di vedere nello Stato e nelle istituzioni locali un potenziale alleato”. Poi l’Europa e i canoni imposti all’economia nazionale secondo il rapporto del 3% deficit/Pil. Non sono mancate sottili provocazioni: “Buitoni, Parmalat, Santarosa, Valentino, Alitalia, Telecom, Peroni, Fiorucci, Algida, Carapelli, Bertolli. Cosa vi dicono questi nomi?” ha chiesto il presidente agli ospiti in platea. “Nessuno di questi marchi è ancora italiano, erano il Made in Italy oggi sono l’italian sounding, il parmesan dello stile italiano”. Il futuro dell’industria italiana è fatto di sfide. “Sfide che vinceremo - scrive in un messaggio il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti che non potendo prender parte ai lavori ha inviato uno scritto che è stato letto in assemblea - se sapremo riformare le strutture sociali, istituzionali e aziendali in modo coerente rispetto alle esigenze della contemporaneità”. E proprio questo cambiamento di passo rappresenta una delle missioni di Confimi Industria: “Vogliamo un nuovo sistema della rappresentanza in grado di rimettere al centro le reali esigenze dell’impresa - dice Agnelli - e riteniamo in tal senso fondamentale che il Governo con coraggio decida di rottamare questo sistema eliminando il conflitto di interessi per ridare dignità alla rappresentanza e al dialogo sociale”.
Pieno riconoscimento dalle istituzioni. Sì perché al lungo dibattito sulla manifattura italiana hanno preso parte Anna Maria Bernini, Vice Presidente Vicario del Gruppo FI-PDL, Francesco Boccia, Presidente della V commissione Bilancio della Camera, Gigi Petteni, Segretario confederale Cisl. Insieme a loro Dino Piacentini, Vice Presidente Confimi Industria e Presidente di Aniem. In una video intervista anche il messaggio del Vice Ministro del Mef Enrico Zanetti.
A moderare la giornata di lavori una firma prestigiosa del Corriere della Sera, il Vice Direttore Antonio Polito. È proprio lui che, microfono alla mano, ha intervistato il Presidente Agnelli. (Leggi l'intervista sul numero di maggio - in edicola da venerdì 27)

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