PUBBLICITA'

Economia

FINANZA

3 buoni motivi, per crescere acquisendo nuove aziende

febbraio 2017

Dopo il drastico calo avvenuto nel 2008/2009 nel numero e nel controvalore delle operazioni di passaggio di mani di quote aziendali, negli ultimi anni il livello di investimento nelle cosiddette transazioni di “merger&acquisition” per le aziende più note ai mercati, si è gradualmente quasi riportato ai livelli pre-crisi, con un numero di circa 30.000 operazioni e per un controvalore di poco inferiore ai 2.500 miliardi di dollari statunitensi (fonte: Rapporto M&A 2014, KPMG). In effetti nel percorso di crescita delle attività imprenditoriali, una delle fasi più consuete e che sia affianca al normale percorso per vie interne, non può non identificarsi sulla possibilità di acquisire una nuova attività sul mercato. Per una società investire nell’acquisto di un’azienda concorrente o, meglio, complementare deve rappresentare un modo per creare maggiore valore e realizzare maggiori profitti per se e per i suoi “portatori d’interesse” raggiungendo principalmente i seguenti tre obiettivi strategici:
• Crescita dimensionale: le fusioni e le acquisizioni sono poste in atto dalle aziende al fine di perseguire una strategia di crescita cosiddetta “per linee esterne”, ossia che gli permette di incorporare direttamente, attraverso l’aquisizione stessa, le competenze, le tecnologie o i nuovi mercati utili al compratore per espandere e rendere più profittevole il proprio business.
• Razionalizzazione finanziaria: vi sono innumerevoli motivazioni legate alla possibilità di ottenere benefici di natura finanziaria (uno tra tanti è il contenimento dei costi attraverso le cosiddette economie di scala ovvero i risparmi che si possono fare spalmando su un volume d’affari maggiore i costi fissi tipici e necessari per la gestione ordinaria dell’attività), oppure connesse alla necessita di consolidamento delle quote di mercato di un settore dove i margini si sono ridotti per varie cause e possono essere sostituiti solo da dimensioni maggiori e quindi da valori di fatturato superiori.
• Nuove quote di mercato: da ultimo, altri motivi alla base di una decisione possono essere legati alla possibilità di accrescere le quote di mercato eliminando contestualmente un concorrente, qualora quest’ultimo venisse inglobato nell’azienda compratrice. Esiste tuttavia la possibilità di ottenere nuove quote di mercato anche attraverso l’acquisizione di una società leader in un determinato e specifico prodotto che non necessariamente rientra nella gamma d’offerta della società compratrice. Ma quando si concentrano le operazioni di compravendita societaria? Tipicamente il numero delle operazioni è strettamente correlato alle condizioni di liquidità presenti sui mercati finanziari e quindi le operazioni di M&A si concentrano nelle fasi di mercato positive, dove il clima di fondo è improntato alla fiducia e dove l’investitore prevede un’accelerazione del ciclo economico, tutto condito da condizioni di mercato che veda dei bassi costi di finanziamento.  Ebbene questo è il quadro di fondo dell’uscita da una fase recessiva: aziende convenienti, bassi interessi e livelli importanti di liquidità del sistema imprese. Se solo sommariamente esaminiamo il dato precedente rilevato dal Rapporto M&A di KPMG e lo confrontiamo che l’andamento dell’indice borsistico MSCI World (fonte Bloomberg, Allianz Global Investors) vediamo proprio che l’aumento delle compravendite è andato di pari passo alla crescita dell’indice che da livelli sotto il 1.000 del biennio 2008/2009 si attestato negli ultimi anni ad una quota quasi doppio. Infine diamo uno sguardo anche a dove si puo’ nascondere l’interesse dell’investitore finanziario nel partecipare all’operazione di acquisizione. Solitamente che ritiene di avventurarsi come investitore finanziario si pone la domanda di come potrà crearsi valore dall’operazione a cui lo stesso si accinge a partecipare.  Questa domanda tende a prevedere se i tre obiettivi di cui sopra potranno essere raggiunti e in che tempi, “scommettendo” in un certo senso sul positivo o meno esito della fusione. Infatti solitamente il valore della società acquisenda è inferiore prima dell’annuncio dell’operazione e tende a crescere con il proseguio delle trattative. Ovvio che solo se l’operazione si conclude positivamente raggiungendo gli obiettivi, questa plusvalenza potrà consolidarsi. Claudio Rossi


Copyright © 2017, Bergamo Economia
PUBBLICITA'