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NADIA GHISALBERTI

Bergamo Capitale della Cultura 2023

agosto 2020

Il Comune di Bergamo si appresta ad avviare il percorso di avvicinamento al grande appuntamento del 2023, che la vedrà Capitale Italiana della Cultura insieme a Brescia.
Dopo i mesi dell’emergenza sanitaria, durante i quali l’Italia ha assistito al dramma quotidiano causato dal Covid, la Città dei Mille, insieme alla Leonessa, potrà tornare a mostrare il suo autentico volto rappresentato dal proprio patrimonio culturale, diventando quindi il simbolo del rilancio dell’intero Paese.
Ne abbiamo parlato con Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura nella giunta Gori, riconfermata dopo il primo mandato coperto dal 2014 al 2019.
Bergamo. Finita sotto i riflettori per il terribile impatto che il Covid ha avuto sulla città e sul territorio, viene riscoperta per il suo vasto patrimonio culturale, di valore universale, attribuendole quel ruolo di Capitale della Cultura a cui negli anni scorsi pure aveva ambito. Quali sono gli obiettivi in vista dell’appuntamento del 2023?
Non è tanto il titolo in sé, che peraltro abbiamo già grazie alla grande solidarietà manifestata sia da tutti i sindaci di regione Lombardia, sia dal Governo e dal Parlamento, i quali hanno votato per assegnare il titolo di Capitale Italiana a Bergamo e Brescia insieme. Quindi, aldilà di questo riconoscimento, che, ripeto, è un segnale di grande solidarietà da parte di tutto il Paese verso le due città così colpite, credo che l’aspetto più importante sarà il percorso che ci porterà al 2023, perché sarà un cammino attraverso cui vogliamo ripartire facendo leva sulla cultura nei nostri territori così colpiti dal punto di vista sociale ed economico.
Certamente vediamo la cultura come uno strumento di crescita e coesione sociale, in un momento particolarmente importante come quello che stiamo vivendo.
Bergamo e Brescia. Due città che riscoprono le identità culturali che le accomunano. Come pensa si possano sviluppare le sinergie tra le due amministrazioni?
Credo che avremo davanti molte possibilità di sviluppo delle istituzioni che già in parte condividono dei progetti.
L’obiettivo però richiede che ci sia un progetto comune che faccia crescere entrambe, e quindi faccia riconquistare alle due città la reputazione che storicamente le accompagna e una visibilità nuova. Mi riferisco soprattutto alle grandi istituzioni culturali di entrambe le città; quindi parlo dei teatri, delle pinacoteche. Noi abbiamo l’Accademia Carrara e loro Palazzo Martinengo; e poi c’è il Festival Pianistico Internazionale che unisce le due realtà territoriali.
Abbiamo, quindi, già più istituzioni che stanno lavorando insieme. Molto dipenderà dalla spinta che Bergamo e Brescia sapranno dare per una progettualità condivisa, che dovrà essere molto percepita all’esterno delle due città. Quindi, deve arrivare un messaggio a tutto il Paese che nel corso del 2023 ci guarderà con particolare attenzione per il risultato di questo percorso, tutto sommato così diverso da quello seguito dalle altre città per conquistare il riconoscimento.
A quale tipo di strategia comunicativa, di promozione, state pensando per indurre a visitare Bergamo e tornare a fidelizzare chi la conosce e la frequentava prima del Covid?
Comunicazione e promozione saranno importantissime, ma per ora è prematuro parlarne. Dobbiamo prima mettere a fuoco le linee guida della candidatura, la governance e i temi che Bergamo e Brescia svilupperanno insieme. Adesso, grazie a Visit Bergamo, è stata sviluppata una grande campagna di comunicazione per promuovere la nostra città, che racconta quanto è bello il nostro territorio, quale armonia regni nella città e quale buon vivere ci sia al suo interno.
Da Visit Bergamo è partita una iniziativa di promozione dell’immagine molto impattante, che sarà presente sia nelle città lombarde, volendo puntare innanzitutto e inizialmente a un turismo di prossimità, sia nelle più importanti città italiane. Credo che questa campagna darà buoni risultati.
Certamente si tratta di un percorso lungo, quello che mira a recuperare un turismo per la città che si è azzerato in questi mesi. Si tratta di recuperare fiducia sulla città, una città che è percepita adesso come sicura e che quindi non deve creare problemi al visitatore. Questo è sicuramente un messaggio molto importante da trasmettere, ovvero che Bergamo oggi è da considerarsi a tutti gli effetti una città sicura.
La figura di Gaetano Donizetti ha esercitato un forte e crescente richiamo verso Bergamo. Quali ulteriori iniziative si pensa di mettere in campo sotto l’aspetto della cultura musicale?
Sappiamo che in questi anni l’amministrazione ha molto lavorato e puntato sul recupero del patrimonio e delle opere donizettiani. Da una parte si è pensato al posizionamento del Donizetti Opera, il Festival che caratterizza la città nel mese di novembre, cresciuto in internazionalità grazie al suo direttore Francesco Micheli, grazie anche al fatto che si mettono in scena opere con dei cast di livello internazionale. Lo stesso Micheli ha una grande capacità di lavorare sui territori e quindi di divulgare l’opera anche tra chi meno la conosce e l’ha praticata. Abbiamo visto come è stata costruita la Donizetti Night e i risultati prodotti dal grande lavoro svolto con le scuole. A mio avviso, questo è il modo giusto per promuovere i grandi patrimoni che sono legati alla città.
Donizetti sarà poi uno dei temi e degli aspetti importanti nel 2023.
Ci sono poi le bellezze e il patrimonio artistico e architettonico; sono gli elementi che spingono verso altri tipi di interesse e di attrazione come il turismo enogastronomico. Avete già in mente dei percorsi di questo genere?
Sappiamo quanto è cresciuta in questi ultimi anni la concezione dell’enogastronomia come una delle attività più attrattive, in grado di qualificare il territorio.
Certamente i percorsi enogastronomici tra Bergamo e Brescia avranno una particolare importanza.
A Bergamo abbiamo il tavolo del Food Policy, anche questa grande eredità che ci ha lasciato EXPO 2015, riguardo alla concezione e alla qualità del cibo, alla filiera dell’alimentazione e a tutti i temi che vi ruotano attorno. Tutto ciò sarà un tema strategico nella Capitale della Cultura.
Un messaggio per la città di Bergamo?
Lavoreremo perché questa candidatura sia condivisa, inclusiva e partecipata e anche molto trasversale rispetto a tutti i temi della città, dall’urbanistica, allo sviluppo del verde e della mobilità, alla coesione sociale. Federica Sorrentino


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