PUBBLICITA'

Economia

BEVERAGE

Comac un futuro di sfide e di sviluppo

agosto 2021

«Il nostro obiettivo è la crescita». Jeremy Patten, presidente del settore Food & Beverage del gruppo canadese ATS (Automation Tooling Systems), spiega con chiarezza i motivi che hanno spinto la multinazionale ad acquisire il gruppo CFT di Parma (l’operazione è stata completata nel mese di marzo) a cui fa capo anche la bergamasca COMAC. L’azienda di Bonate Sotto, eccellenza nel mondo nella produzione di impianti di imbottigliamento e infustamento, pur mantenendo tutte le caratteristiche che hanno contribuito al suo grande successo entra così in una dimensione internazionale e si apre a nuove opportunità di crescita.
ATS (5.000 dipendenti in tutto il mondo, un fatturato di 1,5 miliardi di Dollari Canadesi) si occupa di automazione in diversi campi, tra cui il Food and Beverage, «ma l’investimento in CFT - spiega Patten - indica la nostra intenzione di accrescere in modo significativo la nostra presenza in questo settore, e l’Italia è il paese giusto per farlo. Ora - continua - abbiamo l’opportunità di supportare le strategie di crescita di COMAC mettendo insieme la nostra esperienza nell’automazione e l’offerta, già di alto livello, di questa azienda. Questo include la possibilità di sfruttare la nostra piattaforma digitale per supportare i clienti nel massimizzare la loro produttività ed efficienza nell’utilizzo dei macchinari, oltre che quella di adottare l’ABM, il nostro speciale modello di business, che contiene le nostre linee guida per una produzione agile e un perfezionamento continuo. Tutto questo avrà un impatto diretto su dipendenti, clienti e azionisti, e ci consentirà di reinvestire. Nell’area di Bergamo c’è una grande presenza di talenti, grazie ai poli universitari e ai centri di eccellenza presenti sul territorio, e i dirigenti di COMAC hanno fatto un lavoro incredibile nel costruire un team che ha ben chiari i nostri valori di riferimento: Persona, Processo e Performance».
Di «grande opportunità» per l’azienda di Bonate Sotto parla anche Giorgio Donadoni, presidente e socio fondatore di COMAC: «è arrivato il momento di alzare l’asticella della sfida - spiega - e di diventare un’azienda di respiro e struttura internazionale. Tutto questo sarà più velocemente realizzabile con ATS, la quale risulta essere una società molto strutturata, con buona esperienza nel mondo dell’automazione industriale e con una presenza capillare sui mercati mondiali: questo aiuterà COMAC a crescere tecnologicamente  in modo rapido, coerente con i bisogni del nostro mercato di riferimento».
Il progetto, avviato tre anni fa con la cessione del 60 per cento delle quote COMAC a CFT, rimane quello di rendere gli stabilimenti di Bonate Sotto un vero e proprio polo tecnologico del beverage in terra bergamasca. «Quelli trascorsi - continua Donadoni - sono stati tre anni in cui abbiamo costruito nuove e solide fondamenta, basate su una moderna cultura d’impresa, la formazione di nuovi manager, consolidato e migliorato la nostra cultura welfare, tutti elementi utili per sapere affrontare le nuove sfide che ci aspettano.
«Siamo interessati al settore del Food and Beverage perché presenta delle dinamiche di mercato attrattive - spiega Mark R. Laudick, vicepresidente finanza di ATS -, come l’attenzione alla qualità, una crescita del mercato robusta e una bassa ciclicità. In COMAC abbiamo trovato grande tecnologia e competenza, oltre ad una stretta relazione con il cliente e l’accesso a mercati attrattivi, nonostante l’impatto del Covid».
«Sicuramente - conclude Donadoni - questa operazione avrà ricadute positive: gli attuali dipendenti potranno soddisfare maggiormente le proprie aspirazioni professionali, che vanno sempre di pari passo con il miglioramento delle condizioni economiche, mentre molti giovani che si affacciano per la prima volta sul mondo del lavoro avranno la possibilità di vivere esperienze formative all’estero nelle società del gruppo. In questo modo arricchiranno il proprio bagaglio tecnologico e culturale e restituiranno al proprio territorio benessere, contaminazione, competenze, esperienza: tutti elementi che sapranno garantire longevità alla nostra industria manifatturiera e a COMAC, che quest’anno spegne 31 candeline».
Con l’acquisizione da parte di ATS vanno soprattutto integrati gli aspetti organizzativi, inseriti in una dimensione globale. «Far parte di un gruppo multinazionale con sede in Canada comporta una maggior verifica del flusso d’affari con clienti e fornitori - spiega Daniele Gotti, Operations Manager di COMAC -, per cui il team di ATS e di COMAC sta mettendo a regime il processo nel rispetto delle regolamentazioni internazionali (trade compliace). Alcuni dei componenti e dei brand utilizzati nei nostri impianti inoltre sono messi a disposizione delle aziende del gruppo e, attraverso forti sinergie, siamo riusciti ad ottenere prezzi più vantaggiosi e soprattutto una rete di reperibilità degli articoli a livello mondiale per soddisfare le consegne ai clienti. Le aziende del gruppo si stanno confrontando per mettere a disposizione anche nuove tecnologie, macchine e competenze per ottimizzare e rendere più efficiente la produzione di macchine e linee».
«Ritengo che la filosofia di ATS assomigli molto a quella di COMAC - aggiunge Stefano Gotti, responsabile di produzione - La novità principale è il modello di business ABM di ATS. Ho trovato efficace il monitoraggio costante di ogni attività che propone: non esistono percezioni o rilevamenti soggettivi, ma esclusivamente dati e numeri che dimostrano se si sta andando nella direzione giusta oppure se è necessario intervenire per risolvere il problema».
Da sempre, però, tra le priorità di COMAC c’è lo sviluppo di una serie di servizi di welfare aziendale per i propri lavoratori. Un impegno che ha colpito positivamente ATS, come spiega Greta Corrigan, vicepresidente Risorse Umane del gruppo: «COMAC - commenta Corrigan - fa un lavoro eccezionale mettendo a disposizione alcuni servizi che vanno nella direzione di garantire salute, benessere e serenità a coloro che lavorano al suo interno. In generale forniremo a COMAC tutto il supporto di cui necessita, ma la nostra è un’organizzazione decentralizzata, quindi vogliamo dare a COMAC la forza di continuare a fare quello che già fa molto bene».
Tra i progetti più recenti proprio quelli legati all’ambito “salute”: «Da qualche mese - spiega la responsabile Risorse Umane di COMAC Giuliana Rossini - abbiamo aperto in azienda un ambulatorio generico e creato una convenzione con un noto Poliambulatorio del territorio per promuovere periodicamente servizi quali cardiologia, dermatologia, fisioterapia, prevenzione per la donna, nutrizionista e psicologo. è stata rafforzata poi la possibilità di accesso a Welfare Lynx, la rete di cooperative sociali a sostegno dei dipendenti e delle esigenze delle loro famiglie. Lo smart working, introdotto ancora prima della pandemia, è stato ottimizzato come opportunità permanente per tutte le mansioni compatibili così da favorire il work-life balance. Sviluppi interessanti si stanno registrando nel campo della formazione grazie alle Academy: stiamo attivando una serie di partnership con altre aziende e con le scuole per il reclutamento e la formazione di figure professionali che sono particolarmente difficili da trovare».
I diversi uffici di COMAC sono già all’opera da tempo per curare il passaggio al nuovo contesto aziendale in tutti i suoi aspetti: «Le chiusure annue fiscali del gruppo ATS avvengono ancora in momenti diversi da quelle di COMAC - spiega Enrico Mazzariol, controller dell’azienda bergamasca -, ma l’obiettivo è di arrivare ad una chiusura unica. Per monitorare costantemente l’andamento del business e dell’azienda sono richieste chiusure mensili da effettuare in tempi molto ristretti (fast closing), che hanno richiesto una certa riorganizzazione nella gestione delle informazioni contabili e di controlling». «Come è successo tante volte nella storia di COMAC siamo pronti ad accogliere le grandi sfide tecnologiche che ci attendono - conclude Andrea Gambirasio, dell’Ufficio Ingegneria - Ci rendiamo perfettamente conto delle grandi prospettive e degli obiettivi ad un livello ancora più elevato e globale su cui tutti noi dovremo lavorare. Tuttavia siamo certi che un giorno potremo dire che anche questa volta la sfida è stata vinta».

Daniele Cavalli


Copyright © 2021, Bergamo Economia
PUBBLICITA'