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Modella, influencer e ora imprenditrice Turani lancia «Eveir»

maggio 2025

È un cerchio che si chiude.
Più di dieci anni fa, quando debuttò in rete e i social ancora non erano il suo lavoro, ma semplicemente un mezzo per raccontarsi al mondo, una giovane modella originaria di Sedrina, Paola Turani, condivideva in rete dritte e tutorial amatoriali per la cura e l’asciugatura dei capelli, testando diffusori e prodotti.
Oggi, 2 milioni di follower dopo, “la Tury” - una delle più famose influencer italiane, che della sua splendida chioma leonina ha fatto un marchio di fabbrica - ha deciso di trasformare il know how e la passione per l’hair care in un marchio, Eveir (crasi di “every”, ogni e “hair”, capelli), che segna il suo debutto da imprenditrice.
Quattro referenze (uno shampoo, un balsamo/maschera, uno scrub e un olio) adatte a ogni tipo di capello - con ingredienti al 98% naturali, cruelty free, monomateriali e 100% riciclabili - frutto di tre anni di studi, test e ricerche. «Eveir è il coronamento di un sogno, ma al contempo di un percorso lungo, a tratti faticoso, in cui il supporto di mio marito Riccardo (altresì noto come “Il Serpella”) e del mio team sono stati fondamentali. Ho avuto momenti di sconforto - scoprendo a mie spese quanto possa essere arduo fare impresa - in cui mi chiedevo chi me l’avesse fatto fare, ma la tenacia di Riki e il supporto della mia community, mi hanno spronata ad andare avanti - racconta - . Trovare la formulazione perfetta per l’Essence oil, per dire, ha messo a dura prova i miei nervi: volevo creare un olio profumato, che idratasse, ma non ungesse, capace di illuminare e togliere il crespo, senza appesantire il capello. La prova del nove? Riuscire ad applicarlo, senza ritrovarsi la patina oleata sulle mani. Si è rivelata una sfida più intricata del previsto. È stata una soddisfazione incredibile, dopo fior fior di tentativi, arrivare al risultato finale».
A due mesi dal lancio, è tempo di bilanci: come è stata accolto Eveir dai consumatori?
«Oltre ogni più rosea aspettativa: sia in termini di vendite, che a livello di recensioni. Sapevo che fossero prodotti eccellenti: sono molto esigente e mi ero ripromessa fin da subito che sarebbero stati immessi sul mercato, solo quando li avessi reputati impeccabili. Durante questi anni mi hanno fatto da tester mamme, zie e amiche: ho fatto tesoro di ogni loro suggerimento e opinione, affinché fossero impeccabili. Sento una forte responsabilità nei confronti della community di ragazze che mi segue: da qui la scelta di collaborare, per la loro realizzazione, con realtà lombarde che rappresentano eccellenze del settore dell’hair care».
Nessuna critica?
«Semmai, consigli: mi hanno chiesto delle mini size e, partendo da questo spunto, abbiamo pensato di realizzare una linea travel, in uscita nel 2025, per andare incontro alle necessità di chi viaggia spesso. A Natale, poi, ci sarà una super sorpresa. Accolgo ogni osservazione con entusiasmo, perché Eveir nasce dal desiderio di mettermi davvero in gioco, di regalarmi nuovi stimoli».
Il solo canale di vendita, per ora, è lo shop online, direttamente sul sito.
«Dalla community mi chiedono a gran voce di approdare in negozi fisici, perché molte utenti prediligono fare acquisti così. Mi gratifica che già diverse catene beauty - molto importanti - ci abbiano chiesto di poter vendere i nostri articoli. Riki, però, mi continua a ripetere di non fare il passo più lungo della gamba, perché “Chi va piano, va sano e va lontano”».
Riccardo Serpellini, suo marito, è uno che di conti se ne intende.
«Ha studiato ragioneria e ha lavorato a lungo con la madre, che è commercialista. È uno scettico di natura, eppure è stato il primo ad abbracciare questo progetto, spronandomi nei momenti di sconforto. Non avendo una folta chioma, non ha potuto farmi da cavia, ma il suo apporto è stato ancor più fondamentale: quando il tuo compagno di vita crede in te, ti senti imbattibile. Ci confrontiamo quotidianamente sulle prossime mosse e faccio tesoro di ogni suo parere. Dopo quattordici anni insieme, questo nuovo inizio cementifica ulteriormente il nostro rapporto».
Tra le sue celebri amiche figura Cristina Fogazzi, nota ai più come L’Estetista cinica, ideatrice - con Veralab - di uno dei marchi beauty di maggior successo del Paese. Quali consigli le ha dato?
«Mi ripeteva da tempo che fosse arrivato il momento di lanciare qualcosa di mio; quando le ho confidato che coltivavo il sogno di un brand legato alla cura dei capelli, mi ha ulteriormente incitata. La stimo molto: come donna e come imprenditrice, e sono una grande fan dei suoi prodotti, che compro abitualmente».
In effetti, dici Paola Turani e pensi ai suoi capelli.
«Eppure temevo un sentiment negativo nei miei confronti. Qualcosa del tipo: “Ecco l’ennesima influencer che si lancia nel beauty”. Ora sorrido tutte le volte in cui leggo messaggi che recitano: “Finalmente anch’io potrò avere capelli forti, folti e sani come i tuoi!”».
Un timore, forse alimentato dalla crescente acredine nei confronti degli influencer, che si è innescata a seguito dell’affaire Balocco-Ferragni.
«Ormai c’è la tendenza di sminuire a tutti i costi la categoria di chi crea contenuti per il web: è un po’ svilente, perché non si può fare di tutta l’erba un fascio».
Anche lei, la scorsa estate, è stata al centro di alcune polemiche.
«Ne ho sofferto tanto: trovo siano stati attacchi superficiali. Confesso di essermi messa molto in discussione, a seguito di quella vicenda. Devo molto alle follower in cui mi sono imbattuta in quel periodo: che fossi in vacanza, per strada o a un concerto, si avvicinavano per esprimermi la loro solidarietà e dirmi che non dovevo snaturarmi, cambiare tipo di comunicazione. Certo, ammetto di essere rimasta scottata: ora, ci penso due volte prima di postare qualcosa».
Passando a temi più leggeri, ma rimanendo in ambito capelli: disastri di cui si è poi pentita?
«Pago ancora le conseguenze degli anni di shatush: prima o poi, a prescindere dal colore che mi applicano, i miei capelli tendono a tirar fuori un riflesso ramato, che non amo. Altro errore è stato un taglio cortissimo, alle orecchie, che a detta di Riki, faceva sembrare i miei capelli simili a una scopetta: mai più! Quando tornerò al corto - e lo farò - opterò per un long bob».
Consigli imprescindibili per avere dei bei capelli?
«Prendersi cura della cute: ecco perché ho creato lo scrub. Un cuoio capelluto ben pulito e deterso, rende i capelli più belli e lucenti. Credo così tanto in questo principio, che nel 2025 lancerò un altro prodotto per la cute della testa. Importantissimo, inoltre, usare uno shampoo con ingredienti naturali, capace di lasciare una sensazione di pulito: come il mio. Guai a non nutrire le lunghezze: ho ideato un balsamo che, a seconda del tempo di posa, diventa maschera, e districa in maniera portentosa. Infine: spruzzatevi un termoprotettore prima dell’asciugatura, non usate mai il ferro o la piastra troppo caldi e adoperate acqua tiepida per il lavaggio».
Due milioni di follower, miriadi di brand che la corteggiano, una carriera da imprenditrice: qual è il prossimo sogno nel cassetto da realizzare?
«Chi mi segue, mi conosce come la Paola del Serpella e di Enea - il nostro bambino -, di Nadine e di Gnomo (i suoi cani, ndr), quella che ama rifugiarsi in montagna (Sedrina o Ponte di Legno, poco importa, ndr), ma sono anche quella di quadri e capelli. L’arte è, da sempre, la mia grande passione. Ho trasformato la mansarda dei miei suoceri nel mio studio: tra tele e cavalletti, l’ho monopolizzata, perché in questa fase della mia vita sento un forte bisogno di esprimermi e la serenità che provo, ogni volta che dipingo, è simile soltanto allo stato di grazia in cui mi immergo mentre passeggio lungo viottoli e sentieri con la mia famiglia: quella umana e quella pelosa. Mi piacerebbe, in futuro, poter conciliare il mondo del beauty e la pittura: ho già qualche idea che mi frulla in testa». Rossella Martinelli

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