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Economia

FONTANA

Il Presidente della Lombardia riconfermato

marzo 2023

Il centrodestra domina anche le elezioni del 12-13 febbraio in Lombardia, regione che controlla ininterrottamente da 28 anni. Le urne, in cui pure si è fatta notare la bassissima affluenza (ferma al 41,67% degli aventi diritto al voto) restituiscono un risultato netto: Con 1.774.477 voti e una percentuale pari al 54,67% Attilio Fontana (sostenuto dalle liste Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Lombardia Ideale - Fontana Presidente, Noi Moderati-Rinascimento Sgarbi) stacca di oltre 20 punti lo sfidante Pierfrancesco Majorino (sostenuto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Patto Civico - Majorino Presidente, Alleanza Verdi e Sinistra), che raccoglie il 33,93% del consenso (1.101.417 voti). Ferma al 9,87% Letizia Moratti (candidata del Terzo Polo sostenuta dalle liste Letizia Moratti Presidente e Azione-Italia Viva), quarta Mara Ghidorzi di Unione Popolare con l’1,53%.
Presidente Fontana, comincia il suo secondo mandato consecutivo alla guida di Regione Lombardia. Come definirebbe il suo governo regionale per il prossimo quinquennio? Di continuità oppure di cambiamento?
Sarà un governo proiettato verso il futuro di una regione connessa, sostenibile e solidale. Che proporrà quindi la continuità di iniziative che si sono mostrate efficaci, come i primi interventi per abbattere le liste d’attesa, il Piano Lombardia che è stato in grado di far ripartire l’economia dopo l’uragano Covid. Ma anche un governo di cambiamento, con una strategia che consenta alla nostra Regione di mantenere il proprio posizionamento come leader nazionale e di migliorare la propria attrattività internazionale, avendo come punto di riferimento le persone e il miglioramento della loro qualità della vita. In particolare agendo su infrastrutture materiali e digitali, servizi al cittadino, investimenti sul capitale umano, sviluppo territoriale per una Smart Land sempre più connessa e resiliente. Tutti i territori dovranno essere sullo stesso piano, in una competizione collaborativa che esalti le caratteristiche e le peculiarità di ognuno, in termini di attrattività e innovazione.
La sua è una vittoria netta. Quanto conta la scia positiva delle ultime elezioni politiche, il “clima politico” nazionale a favore del centrodestra, e quanto l’attività amministrativa degli ultimi anni?
Direi che la vittoria è la somma di tutti questi elementi. Sicuramente gli elettori vedono finalmente anche a livello nazionale una coalizione di centrodestra unita da ideali comuni, che offre garanzie di un governo stabile. Ma non posso che essere soddisfatto anche delle preferenze ottenute dalla mia lista civica, che nonostante la bassa affluenza ha triplicato i voti rispetto alle elezioni del 2018. Soprattutto mi ha emozionato il grande risultato ottenuto, nella bergamasca, in centri come Alzano e Nembro, città che hanno pagato il prezzo più alto nella prima ondata del Covid. Ciò significa che i cittadini hanno compreso che niente di più di ciò che è stato fatto avrebbe potuto impedire quanto avvenuto. Questo mi fa piacere dal punto di vista umano, più ancora che da quello politico.
Nelle urne la Lega, suo partito di appartenenza, regge. Il Consiglio regionale però sarà a maggioranza Fratelli d’Italia. Su quale equilibrio si baserà la coalizione di centrodestra, viste anche le tensioni a livello nazionale?
Francamente non mi risultano tensioni all’interno del centrodestra a livello nazionale, se non quelle montate da certa stampa. Io comunque sono certo che in Lombardia si proseguirà nella strada già segnata nella scorsa legislatura, quando il primo partito era quello della Lega e Fratelli d’Italia, pur con soli due consiglieri, aveva espresso ben due assessori. Nessuno ha fatto pesare la propria rappresentanza, abbiamo lavorato di comune accordo. Il metodo è sempre stato quello di scegliere a partire dalla bontà dei progetti, non da chi li proponeva. Faremo lo stesso anche in questa legislatura.
L’affluenza ha raggiunto numeri estremamente bassi. Di cosa è indice? Disaffezione generica per la politica, poca consapevolezza dell’importanza del voto regionale...? L’alta astensione ha inciso sul risultato degli schieramenti?
È il dato che più mi preoccupa, e su questo occorre una riflessione generale. In particolare mi dispiace che siano stati soprattutto i giovani a non esercitare il loro dovere, ma anche diritto, di scegliere chi avrebbe governato la Regione in cui vivono e di cui fanno parte. Purtroppo questo è dovuto anche ad una generale delegittimazione della Politica. I giovani sono il futuro, e per questo occorre trovare il modo di coinvolgerli e di farli sentire rappresentati: un obiettivo che mi propongo di raggiungere in questa legislatura. Daniele Cavalli


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