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MENTAL COACH

Public speaking. Più di una soft skills, una leva per il successo

febbraio 2017

Ferrari, American Express, Abbott, Pfizer, ABI, BMW, BULGARI, Toyota Financial Services, Jaguar Land Rover, Abbvie, ONU, WWF. Hanno tutti in comune - oltre al prestigio - la consulenza di un Mental Coach & Emotional Trainer. Non uno qualsiasi, ma Andrea Di Martino.
Possiamo dire di essere alla ricerca di professionalità complesse? Si cercano figure capaci nel connecting the dots, “l’unire i punti”. Mecenati, filantropi, oratori incarnano in qualche modo moderne figure rinascimentali. Figure a tutto tondo. Sono quelle figure che hanno il potenziale di superare le aspettative, di adattarsi ad ogni luogo. Potenziale che può essere allenato andando a trasformare le conoscenze in competenze,  una su tutte il saper parlare in pubblico, il trasferire un messaggio chiaro e impattante.
Da questo è partito Andrea Di Martino in occasione de “La Prima Festa del Miglioramento” in programma a Palazzo Fiano lo scorso 2 febbraio. Oggi inoltre le doti personali sembrano contare di più di una laurea. Almeno in sede di colloquio. Il duello tra soft skills vs technical skills è sempre aperto. In che modo il public speaking rappresenta un’opportunità? Si tratta dell’opportunità di essere notati. Di avere una chance. Imparare a parlare in pubblico, perché si tratta di un’arte da apprendere e di conseguenza da dover esercitare, si traduce nell’opportunità di essere se stessi. Permette di non essere impacciati, di non adottare un atteggiamento “di circostanza”. Soprattutto, se vogliamo rimanere nel campo delle skills, il public speaking traduce le nostre personali theoretical e technical skills permettendoci quindi di trasmettere la nostra conoscenza attraverso un messaggio ad alto impatto ed efficacia.
Public speaking come valore aggiunto. Quali gli sviluppi? Come leva per il successo direi. A parità di competenze, è il valore stesso della persona a fare la differenza. Se io mentre parlo in pubblico sono autenticamente me stesso non posso deludere nessuno.
Un plus però anche per le aziende… Beh c’è il fattore tempo, risorsa preziosa e scarsa per definizione. I momenti di public speaking sono proprio occasioni di ottimizzazione del tempo, perché momenti di comunicazione sincrona. Al contrario di tutti quei messaggi affidati ai tanti vettori della comunicazione come il telefono, gli sms, le email che in molte occasioni utilizziamo nel modo scorretto e che inevitabilmente ci fan perdere del tempo.
Su quali aspetti comportamentali interviene? Senza troppi giri di parole? Sulla disinibizione. Quando parliamo agli altri, che sia in contesti di vita pubblica o privata, esterniamo la nostra interiorità, ci mettiamo a nudo. Imparare a riconoscere le emozioni, a sapere gestire un messaggio, e un uditorio, ci permette di allinearci con noi stessi. Se acquisisco e alleno le capacità di poter dire la mia inizierò a sentirmi meglio.
In che modo? “Mi fa stare bene solo perché l’ho detto” è un po’ la filosofia adottata nei circoli di autodenuncia di un problema che riguarda se stessi e il rapporto con la collettività, sia questo l’alcool, la violenza, una grave perdita. Inoltre siamo stati abituati fin da piccoli, a scuola, a sentirci valutare alla fine di ogni nostro discorso pubblico.
Che banalmente chiamiamo “sentirci sotto esame”… Esatto, ma da adulti non è più così: ciò che interessa al nostro uditorio è ricevere un messaggio. La figura di un trainer e di un coach permette proprio di superare questa inibizione e raggiungere l’obiettivo, una comunicazione efficace.

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