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Ermanno Rossi: «Sono imprenditore grazie al cachet di Buona Domenica»

giugno 2018

Mentre si racconta, arrossisce e abbassa il capo, imbarazzato: suo malgrado, non riesce più a nascondere il viso dietro ai lunghi capelli castani, che hanno lasciato spazio a un caschetto sbarazzino. Sono passati diciassette anni, ma il tempo sembra essersi fermato per quel ragazzino - ormai uomo - che agli inizi del millennio conquistava il terzo posto nella prima, leggendaria, edizione di «Amici» (quando ancora si chiamava «Saranno famosi»), facendo breccia nel cuore del pubblico televisivo grazie ai suoi modi eleganti e garbati. Oggi, come allora, il linguaggio che più gli è consono è quello della danza, non quello verbale.
«Scusa se mi inserisco nella conversazione, ma lui è timido, parla poco: da sempre» spiega lei, bionda, solare e loquace, portamento impeccabile, piedi in terza posizione pure quando fa le fotocopie.
Vent’anni fa lui e lei erano due fidanzatini freschi di diploma al teatro Carcano di Milano. Le loro strade sentimentali ormai si sono divise: ma il loro rapporto, sottolineano è «unico: cementificato dalla passione per il ballo». E da un figlio: On stage, la scuola che insieme hanno aperto nel 2004 e la cui sede principale - 670 mq per 220 alunni - da qualche anno è stata spostata in via fratelli Bronzetti (conta anche una succursale a Campagnola, mentre a settembre aprirà i battenti quella di Bolgare).
Si complementano Ermanno Rossi e Francesca Sperani. Tra di loro utilizzano il lessico tipico della complicità: del sapersi leggere attraverso gli sguardi. Lei completa le frasi di lui, riempie e traduce i suoi silenzi. Del resto, ci fu il suo zampino persino nella scelta del riservatissimo Ermanno di partecipare al talent di Maria del Filippi
PER SEI ANNI ALLA CORTE DI COSTANZO E DE FILIPPI
«Francesca mi aveva appena lasciato ed io ero in crisi: chiamai per candidarmi, fui convocato per la sfida - che vinsi - e iniziò la mia avventura nel piccolo schermo. Di lì a poco, la trasmissione esplose, diventando un fenomeno sulla bocca di tutti: non ero preparato e mi sorprendeva che la gente mi fermasse per strada in tutta Italia per chiedermi l’autografo. Ricordo episodi assurdi: ad esempio quella volta a Napoli, in piazza del Plebiscito. Tutti noi di “Amici” eravamo stati scelti come testimonial di Tim, ci saremmo dovuti esibire quella sera: ma almeno 15mila fan accerchiarono il pullman sul quale viaggiavamo, battendo fragorosamente sui vetri per salutarci. Dovette intervenire la polizia per placare quel delirio».
Maria De Filippi? «Un genio: capisce al volo le persone, ne mette a nudo la psicologia. È umile, si pone al pari con l’interlocutore, senza collocarsi su un piedistallo: coglie il tuo tratto caratteristico e ci lavora. In me aveva visto il bravo ragazzo, educato, che non sgomita».
Nei cinque anni successivi, Ermanno entra a far parte del corpo di ballo della «Buona Domenica» condotta da Costanzo. «In quel periodo conobbi e frequentai chiunque: eppure la fama non mi interessava. Da sempre, nel mio cassetto c’era un altro sogno: desideravo aprire una scuola con Francesca, ma non avevamo alle spalle famiglie in grado di finanziare un simile investimento. Se ci sono riuscito, devo ringraziare la TV: guadagnavo 1500 euro lordi a puntata. Senza contare a quante proposte redditizie ho detto no: serate in discoteca, fiction, persino televendite di materassi. Certo, sono stati anni faticosi: stavo a Bergamo da lunedì a giovedì, per fiondarmi a Roma nei successivi tre giorni e via, nuovamente su un treno che viaggiava la domenica notte - non appena terminata la diretta - per essere a scuola il lunedì mattina».
TALENT SCOUT DI DAVIDE LORICCHIO, VOLATO NELL’ACCADEMIA DI NUREYEV
Parecchie ex ragazze che nel 2001 televotavano per Ermanno, oggi hanno iscritto le proprie figlie ai corsi di danza (classica, moderna, hip hop) di On Stage. «Quando le madri ci dicono che vorrebbero le loro figlie si divertissero durante le lezioni, le stoppo: la danza è arte, rigore, sacrificio. Se puntano al divertimento, tanto vale mandarle al parco - spiega Francesca -. Purtroppo, anche a Bergamo spuntano scuole come fossero funghi: ma guai a pensare che sia sufficiente esibire una sbarra per insegnare. È inimmaginabile quante sequele negative possa arrecare l’allenarsi in maniera sbagliata, o mettere le punte anzitempo. Rispetto a una decina di anni fa, fatichiamo enormemente nel far rispettare ai nostri alunni la disciplina e il rigore del ballo: la fascia che va dai 13 ai 20 anni è molto immatura; vogliono tutto e subito. Quasi si offendono quando osi correggerli».
Cosa serve per sfondare? «Carisma, intelligenza, musicalità. E fisicità: gambe lunghe, corpo asciutto, collo del piede arcuato». Tutte caratteristiche evidenti fin da subito in Davide Loricchio, che varcò la soglia di On Stage a sei anni e oggi, non ancora maggiorenne, sta per diplomarsi nell’accademia più prestigiosa al mondo (ha sbaragliato migliaia di candidati): la Vagazova di San Pietroburgo; dove, per intenderci, hanno studiato Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov e Svetlana Zakharova. «Ha appena firmato un contratto con il Royal Ballet di Londra. Davide ha affinato le sue doti innate allenandosi duramente e fidandosi di noi. È dovere di ogni insegnante spronare i propri allievi a migliorarsi e accompagnarli affinché spicchino il volo: fa parte della lealtà». Prosegue Rossi: «Il mio unico rimpianto è che a dieci anni fui ammesso alla Scala. Ma, anziché spronarmi, i miei maestri di allora insistettero affinché rimanessi a Bergamo, nella scuola che già frequentavo. Non tutto il male viene per nuocere: ho avuto la fortuna di imbattermi, successivamente, in Margherita Smirnova; una delle migliori docenti attive in Italia, nonché tra le più grandi ballerine al mondo, étoile del Bolshoi per quindici anni».
IL SOGNO? DIVENTARE LA SCUOLA DI BALLO DEL DONIZETTI
Per far assaporare alle proprie alunne l’emozione del palcoscenico - «capace di riempire l’anima» - da sempre On Stage conclude l’anno scolastico con una grande rappresentazione al teatro Creberg. Sabato 16 giugno (ore 20.30) sarà la volta di «Supercalifragilistichespiralidoso»: una trasposizione ballettistica di «Mary Poppins» che coinvolgerà tutte le fasce di età - partendo dalla baby dance - per regalare alle aspiranti ballerine un sogno fatto di punte e tutù.
E ai padroni di casa non rimane che un desiderio. «Poter utilizzare, prima o poi, le straordinarie sale del Donizetti. Non sarebbe meraviglioso che la scuola - o le scuole - più virtuose della nostra città potessero avere a disposizione un teatro così prestigioso?». Rossella Martinelli


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